Le parole di Arijon Ibrahimovic, attaccante del Frosinone, al "Corriere dello Sport":

"Cercavo una squadra per giocare, ho capito dai primi colloqui con il direttore Angelozzi e il tecnico Di Francesco che questo poteva essere il posto giusto. Una neopromossa? E perché no. A me interessavano una squadra costruita per proporre calcio e un allenatore che amasse lavorare con i giovani. Avevo visto anche qualche video delle prime partite".

Su Di Francesco "Abbiamo un tecnico applicato, paziente, che ama il calcio in cui sei impostato per proporre un’idea e portarla avanti. Ho sempre saputo, anche quando non giocavo ancora, che Di Francesco stava facendo con me un lavoro proiettato all’esordio. E me ne parlava, ci siamo sempre confrontati".

Sui gol segnati "Sono due gol che hanno ciascuno la loro importanza: scelgo quello segnato in casa per come la gente lo ha festeggiato. Una grande atmosfera davanti ai nostri tifosi, qualcosa di indimenticabile".

Sul cognome "Per me è il mio cognome, quello della mia famiglia, che effetto può fare? Poi lo so che nel calcio Ibrahimovic è l’altro, ci giocavano tanto anche in Germania su questo. E ho già detto che Zlatan è stato uno dei miei modelli, come CR7. Ma non lo ho mai conosciuto. Mi piacerebbe tanto incontrarlo e stringergli la mano. Magari succede contro il Milan. Sempre se il mister mi fa giocare".

Sul ruolo "Io ho fatto tutto: l’8, il 10, nelle nazionali giovanili anche il centravanti. Negli ultimi venti metri mi diverto".

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Sezione: NEWS / Data: Mer 15 novembre 2023 alle 11:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Gianni Rendina / Twitter: @rendina84
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